Inaridirei,
come fiore senza gambo,
se dal mio cielo
sparissero gli amici,
inaridirei
se le mie notti
fossero bianche e nude
di sorrisi,
inaridirei
se i miei desideri
marcissero, sperduti,
nel silenzio di pietraia,
inaridirei,
senza una voce che mi chiamasse,
amica,
come una grigio-rosa
stella di mare al sole…
Un caldo bacio
su le labbra arse
e rinsecchite,
il profumo greve
di cespugli e rovi,
il nitrire acuto
d’una cavalla incappucciata:
è il giorno senza fine
di un agosto fatto di zolfo.
Solo i desideri
si spengono alla notte…
le speranze
ardono incessanti
sopra i nostri visi
come fuochi
fatui…
Vorrei rubare l’oro
che nascondete
nelle iridi profonde…
vorrei
la vita vostra,
il vostro amore
per sperderli nel vento
caldo
e ravvivare il mondo…
ma i desideri miei
son passeggeri
come nuvole
inseguite dal sole…
Un lungo luccicar
di aghi di pini,
l’attesa tremula
di farfalle,
l’ampio respiro
dell’umidor del bosco…
sta nascendo il giorno…
Piangono le madri
sui corpi esanimi
dei giovani che le han lasciate…
piangono sui visi
che si fan di cenere,
sugli occhi rinsecchiti,
sulle labbra screpolate…
Non c’è più luce
su questa lama di terra
che ingrigisce
giorno per giorno
e par vacilli sotto il peso
dell’angoscia…
Da tempo il canto
degli uccelli
s’è perso dentro gli antri
bui
delle montagne viola
e gli alberi
non hanno foglie
per stormire…
Solo un lunghissimo
silenzio,
rotto dai singhiozzi
che si vanno affievolendo
fascia l’umanità
e l’ipnotizza,
sì che anche il pianto
di chi è rimasto
è già scomparso
e van
Piangono le rane
dietro l’ansa
del caldo fiume…
frinisce stanca
l’ultima cicala
inebetita dal lungo sole
spiovuto tutto il giorno…
la luna ora ha paura
a risalir la china
azzurra
che va scolorando…
è il vespero di luglio
che ci abbraccia
e ci accarezza…
ma non per questo sole,
ma non per questa terra
dove le civette vincono le allodole…
Vivrò per volti ancora sconosciuti
per labbra esangui mai baciate,
per occhi dolci che celan l’oro
di bellezze pure…
E in mezzo ad erici ed ontani
di cristallo
le foglie dell’eterna giovinezza
carezzeranno il volto mio
di bimbo…
Vivrò per sconfinati arcobaleni,
per variopinte
luminescenti stelle di mare,
dopo aver dato tutto di me
a questa sabbia ardente,
dopo aver bruciato
i desideri e le passioni,
dopo che i sogni
saranno inceneriti all’alba.
Vivrò per tutti i nomi
di fanciulle che ho scritto
sugli alberi,
per tutti i baci che non ho
donato, per quelle stelle
che brillavano negli occhi
delle donne che io amavo…
Vivrò in eterno,
per i ricordi che non ho cessato
di ravvivare,
per le illusioni che non ho
creduto spente,
per le amarezze che nessuno
ha mai cercato di alleviare.
Quanto freddo scorre
nelle tue parole…
ti accarezza il viso
un ricordo buio
di gioventù lontana
e non t’avvedi
che le tue iridi di gelo
hanno il riflesso
della notte.
Piove il silenzio
sul mio cuore, grigio
da tanto vento
che vi scorre inquieto…
Odorano di muschio
e di stantìo
le ossa fragili
gonfie di vecchiezza.
Or si fa buio
su questo banco di terra…
e il mio sospiro
è un ricorso di speranze
che a lungo muore
sugli argini di sale
del fiume di ricordi.