I miei occhi non sono
occhi che sorridono
son solo due profondi
solchi che vedono
cieli ormai incolori,
senza vita, grevi di nubi,
in un concerto di bianco e grigio…
Non è conforto sentirsi ciechi
all’alba di silenti mondi nuovi
i cui orizzonti s’allargano
oltre i confini del presente
ed hanno il bacio di mille arcobaleni…
Meglio sarebbe
fogliare con gli allori
e rinverdire con le quercie
provando, dopo ogni inverno,
l’ebbrezza della creazione,
che vivere così,
senza colore,
senza nessuno che dica una parola,
senza una voce che sussurri
piano: “… ti voglio bene…”